ERNIA DISCALE: COSA FARE E QUANDO (1° parte)

L’ernia discale lombare rappresenta una delle patologie piu’ comuni della colonna vertebrale, certamente una delle piu’ discusse, spesso impropriamente, sui i siti piu’ disparati che si possono trovare con una semplice ricerca on-line.

Nonostante cio’, pare abbastanza evidente che il livello di disinformazione del paziente tipo è assai elevato, sia per “false” informazioni trovate nel web, quanto per errate interpretazioni da parte del lettore.

E’ mia intenzione in queste poche righe, chiarire alcuni aspetti, probabilmente i piu importanti, per indicare “cosa fare e quando fare” nel momento che una diagnosi radiologica ha documentato la presenza di un’ernia discale.

Assai spesso il riscontro di un’ernia discale è conseguenza di una RMN lombosacrale, effettuata in seguito ad un episodio di lombalgia più o meno invalidante, che ha costretto il paziente a trattamenti farmacologici, spesso improvvisati.

L’assenza di altri segni clinici, ad esempio una cruralgia/sciatalgia, permette di indirizzare il paziente quasi sempre verso un trattamento conservativo, rappresentato tanto dalla somministrazione di farmaci sintomatici (miorilassanti, anti-infiammatori non steroidei, derivati morfinici nei casi più severi), infiltrazioni lombari e trattamenti fisioterapici posturali non manipolativi, che in un lasso di tempo di qualche settimana un mese, risolvono il sintomo DOLORE.

Tale indicazione terapeutica deve essere SEMPRE prescritta da uno specialista, affinche’ possa essere correttamente valutato se l’ernia discale, sia causa o effetto di altra patologia: ad esempio la presenza di una chiara instabilita’ vertebrale puo’ cambiare l’indicazione terapeutica. Durante il periodo di convalescenza e cura, il paziente puo’, anzi deve deambulare quanto vuole, evitando attivita’ che implichino il sollevamento di pesi e sforzi in generale: utile in fase iniziale l’uso di un busto ortopedico “stoffa e stecche”….ben stretto, da indossare durante la giornata.

Al contrario, se la ED è causa di irritazione/compressione di una radice nervosa, questa provochera’ una sintomatologia dolorosa, spesso invalidante dell’arto inferiore (cruralgia o sciatalgia), in presenza o meno di deficit neurologici che e’ necessario riconoscere.

In questo caso è ancora più importante che la successiva strategia terapeutica sia valutata da uno specialista: il ritardare un eventuale intervento chirurgico mini-invasivo puo’ comportare la persistenza anche definitiva di pesanti esiti funzionali.

In particolare lo specialista dovrà valutare se le caratteristiche di dimensioni, sede, etc dell’ernia discale permettono un atteggiamento conservativo o se sara’ necessario affrontare la patologia chirurgicamente.

Anche la scelta dei farmaci da prescrivere si diversifica dal caso in cui sia presente unicamente la lombalgia: cortisonici e/o neuroprotettori e/o derivati morfinici vengono spesso prescritti al paziente dopo valutazione delle condizioni generali dello stesso.

 

Nelle foto precedenti si documenta una voluminosa ernia discale medio-laterale sx (freccia rossa) localizzata in sede pre ed intraforaminale sx; è proprio l’interessamento del forame di coniugazione (più delle dimensioni) la causa del quadro clinico del paziente, caratterizzato da iniziale compromissione della flessione del piede sx. In questo caso soprassedere all’atto chirurgico sarebbe un errore.